Relazione Conoscere per Competere |
RELAZIONE DI SINTESI LABORATORIO CONOSCERE PER COMPETERE – 25/03/2011 Moderatore: STEFANO DE FRANCISCIS Coordinatore Commissione Alta Formazione e Post laurea Relatori:
Con il contributo di: ‘’La conoscenza è la consapevolezza e la comprensione di fatti, verità o informazioni ottenuti attraverso la esperienza o l’apprendimento…… ’’. Con queste parole il Prof. Stefano de Franciscis ha aperto i lavori del laboratorio seminariale “Conoscere per competere”, evidenziando l’importanza della conoscenza in una realtà nella quale la competitività è il ‘’metodo’’ del confronto per il raggiungimento dell’obiettivo primario della occupazione e della qualificazione professionale ed economica. Conoscere per Competere presuppone, infatti, una conoscenza ‘’orientata’’ alla competizione ed adattata sia agli obiettivi che agli attori della stessa. Bisogna quindi, innanzi tutto, strutturare una filiera di conoscenze che è organizzata in almeno tre diversi processi operativi: Strategia della conoscenza per identificare quali sono o devono essere gli obiettivi primari da raggiungere attraverso i processi della conoscenza (globale, istituzionale, organi della programmazione, mondo del lavoro); Programmazione della conoscenza per allestire le procedure di accesso, definire ed adattare i metodi dell’apprendimento, implementare le verifiche della conoscenza ottenuta per garantire adeguato livello di competitività (strutture formative, università, network universitari, istituzioni del territorio); Comunicazione della conoscenza per garantire l’opportuna diffusione dei progetti e dei programmi di formazione, degli obiettivi e dei percorsi d’accesso. Il laboratorio ha avuto un taglio fortemente interattivo. Sono state affrontate diverse tematiche:
Il dibattito è stato stimolato sul tipo di competenze necessarie per competere sul mercato del lavoro fortemente mutevole in ogni sua dinamica; sugli obiettivi della competitività; sui soggetti deputati all’investimento in conoscenza. La conoscenza è in rapido cambiamento e la scuola deve rimodulare la formazione per implementare capacità di discernimento, capacità di elaborazione, capacità di orientamento, coscienza critica. Ciò che manca fortemente è una strategia integrata tra tutti gli attori della formazione e della conoscenza e gli attori economici territoriali. I giovani oggi si trovano disorientati nel confronto tra aspettative e realtà di riferimento. Il tema della conoscenza ai fini della competitività sul mercato del lavoro è stato affrontato da svariati punti di vista ed in tutte le sue sfaccettature. Ciò è stato possibile grazie alla partecipazione eterogenea al laboratorio e dei relatori e dei partecipanti (studenti, docenti, professionisti, consulenti ed alcuni imprenditori) E’ emerso un forte aspetto di criticità nel passaggio dalla conoscenza acquisita in ambito scolastico e universitario alla conoscenza che si acquisisce in ambito lavorativo e professionale. Il gap che esiste tra la scuola e l’università da una parte ed il mercato del lavoro dall’altra richiede un intervento integrato con la partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti nel sistema. I nodi più delicati da sciogliere riguardano l’effettiva e comprovata preparazione acquisita attraverso i percorsi formativi scolastici e universitari a fronte del titolo acquisito; la scelta di percorsi formativi che non gratificano gli studenti; la discrasia tra il percorso formativo che offre l’università e ciò che richiede in termini di fabbisogni professionali il mercato del lavoro. Con l’occasione sono state presentate alcune best-practice messe in campo da Promuovi Italia, da Italia Lavoro, dalle Amministrazioni provinciali attraverso i Centri per l’Impiego. Un ruolo fondamentale lo svolgono gli strumenti di comunicazione degli enti che promuovono le attività di orientamento al lavoro. Conclusioni e prospettive future L’aspetto principale emerso riguarda “la ricerca attiva del lavoro”: per vincere in termini di competitività bisogna partire innanzitutto da se stessi. Il mercato del lavoro, il mondo del lavoro è diventato estremamente competitivo e cambia repentinamente. L’inserimento professionale si ottiene se si hanno concretamente le competenze e le capacità per l’inserimento nello stesso, cioè se si è più bravi. La preparazione professionale formale attestata dal titolo non è sufficiente, l’inserimento nella vita attiva deriva dal valore effettuale della preparazione in termini di modi di pensiero, competenze ed abilità di studio, indagine, ricerca, soluzione di problemi, gestione di informazioni, ecc… Ciò che emerge in maniera forte è l’importanza di sinergia tra i sistemi formativi, produttivi e informativi per verificare l’appetibilità sul mercato del lavoro delle professionalità formate e delle competenze acquisite. Scuola e università devono creare conoscenza e trasmettere competenza, sono due momenti differenti ma, allo stesso tempo, entrambi importanti. Work in progress Il laboratorio ha avuto una fondamentale e cruciale finalità che è stata quella e di fornire una fotografia reale del sistema piuttosto che alimentare illusioni e di impegnarsi nella costruzione di un modello di lavoro integrato da elaborare e mettere in pratica in un prossimo evento. Un modello che veda come attori protagonisti in un ruolo di intermediazione continua per orientare studenti, giovani laureandi, disoccupati, lavoratori in mobilità, gli esperti della conoscenza (scuole, università, enti di formazione professionale), gli esperti del mondo produttivo (aziende, industrie, enti bilaterali, associazioni di categoria, consulenti e professionisti), forze politiche locali che agiscano sul territorio per la ricognizione delle necessità lavorative e per l’orientamento, forze politiche nazionali operative per le strategie generali e globali del mondo del lavoro. Ciò che si propone è una scommessa: fare sistema, condividere esperienze, scambiare competenze per verificare i risultati che insieme si riusciranno ad ottenere. La coordinatrice del laboratorio Il Moderatore del Laboratorio
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